Oggi conosceremo una della creature più pericolose del Sacro Ordine del Mistero della Notte.
Gabriolo terrorizzato abbassò il capo di fronte ai due metri di Decenza, da cui si sentiva squadrato come da una belva feroce. Stremato dall’avanzare della peste polmonare, non riusciva a reagire alla grande ingiustizia. Aveva sempre lavorato onestamente, senza rubare e ripagando i prestiti. Cosa aveva fatto di male? Quale colpa sua o dei suoi avi generava quella condanna? E poi quel grassone era il doppio di lui, non costituiva un pasto migliore per la Signora? In quel momento un lampo attraversò la sua mente, un’intuizione che neppure i mercenari accecati dai soldi avevano avuto. La situazione era assurda! Il trippone sedeva calmo e tranquillo, ma logicamente parlando doveva essere lui la preda preferita. In quel momento comprese il segreto di Decenza, segreto che da sempre sfuggiva alla mente del Folco.
“Tu…” balbettò terrorizzato “Tu sei…”
Lo scatto di Decenza fu fulmineo nonostante la massa. Si lanciò su Gabriolo, ma il suo peso fece oscillare terribilmente la barca scaraventando entrambi nell’acqua.
Garbriolo riemerse per primo e cominciò a nuotare disperatamente verso la riva orientale. Distava ancora circa duecento metri, ma una folle speranza sosteneva il suo sforzo.
“Scappa idiota, scappa. Tanto la Signora è qui e tu sei la sua preda. Tu devi solo morire. Sai qual è il suo nome? Si chiama Principessa delle Acque, idiota! Almeno saprai chi ti sta per uccidere” ringhiò Decenza con una voce demoniaca.
La luna sembrava osservare il tutto. Una chiazza nera imbrunì le acque del lago. Era impossibile comprenderne la forma, ma era lunga almeno sei metri. L’ombra si mosse verso Gabriolo poi d’un tratto sparì. Il prigioniero continuava a nuotare sentendo il suo cuore battere forte. Vide uno scenario terribile: un enorme granchio che spappolava con le chele i suoi figli tra onde di sangue. In quel momento udì una voce suadente e terribile. Era come se dieci donne parlassero in una caverna e le loro voci riecheggiassero contemporaneamente.
“Scegli Gabriolo. O loro o te”
Gabriolo s’arrestò scrutando terrorizzato il lago. Le acque erano placide. La macchia nera s’estese sotto di lui. Si sentì risucchiare verso il fondo da un mulinello. Provò a lottare, ma la forza dell’acqua era troppo forte. Un dolore atroce lo fece urlare, delle pietre aguzze erano penetrate nei fianchi. L’acqua si colorava di rosso. Sentì scricchiolare le ossa del bacino, un dolore lancinante e poi il buio.
Il resto non può essere raccontato con parole di questo mondo.
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